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Articolo 41
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L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali [cfr. art. 43].

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Articolo 41
L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali [cfr. art. 43].
Fiat 2012
Fiat e Fiat Industrial usciranno da Confindustria a partire dal 1 gennaio 2012. Questo l'annuncio dell'ad di Fiat e presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne , in una lettera inviata al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. ( QUI IL TESTO INTEGRALE ) Dopo settimane di insofferenza per l'accordo su rappresentanza e contratti siglato il 21 settembre dalla stessa Confindustria con i sindacati, i vertici del Lingotto hanno confermato l'addio alla confederazione degli industriali. Al centro della scelta anche le mancate aspettative dall'approvazione dell'articolo 8. Il provvedimento, che rendeva più facili i licenziamenti e che è stato fortemente attaccato dalla Cgil , è stato alla fine "ridimensionato" dall'intesa raggiunta tra la presidente degli industriali e le sigle sindacali.
Art. 28. Statuto dei Lavoratori. Repressione della condotta antisindacale.
Qualora il datore di lavoro ponga in essere comportamenti diretti ad impedire o limitare l'esercizio della libertà e della attività sindacale nonché del diritto di sciopero, su ricorso degli organismi locali delle associazioni sindacali nazionali che vi abbiano interesse, il pretore (1) del luogo ove è posto in essere il comportamento denunziato, nei due giorni successivi, convocate le parti ed assunte sommarie informazioni, qualora ritenga sussistente la violazione di cui al presente comma, ordina al datore di lavoro, con decreto motivato ed immediatamente esecutivo, la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti. L'efficacia esecutiva del decreto non può essere revocata fino alla sentenza con cui il pretore (1) in funzione di giudice del lavoro definisce il giudizio instaurato a norma del comma successivo (2). Contro il decreto che decide sul ricorso è ammessa, entro 15 giorni dalla comunicazione del decreto alle parti, opposizione davanti al pretore (1) in funzione di giudice del lavoro che decide con sentenza immediatamente esecutiva. Si osservano le disposizioni degli articoli 413 e seguenti del codice di procedura civile (3). Il datore di lavoro che non ottempera al decreto, di cui al primo comma, o alla sentenza pronunciata nel giudizio di opposizione è punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale. L'autorità giudiziaria ordina la pubblicazione della sentenza penale di condanna nei modi stabiliti dall'articolo 36 del codice penale.
Art. 17. Statuto dei Lavoratori. Sindacati di comodo.
È fatto divieto ai datori di lavoro ed alle associazioni di datori di lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori.
Art. 16. Statuto dei Lavoratori. Trattamenti economici collettivi discriminatori.
È vietata la concessione di trattamenti economici di maggior favore aventi carattere discriminatorio a mente dell'articolo 15. Il pretore (1), su domanda dei lavoratori nei cui confronti è stata attuata la discriminazione di cui al comma precedente o delle associazioni sindacali alle quali questi hanno dato mandato, accertati i fatti, condanna il datore di lavoro al pagamento, a favore del fondo adeguamento pensioni, di una somma pari all'importo dei trattamenti economici di maggior favore illegittimamente corrisposti nel periodo massimo di un anno.
Art. 15. Statuto dei Lavoratori. Atti discriminatori.
È nullo qualsiasi patto od atto diretto a: a) subordinare l'occupazione di un lavoratore alla condizione che aderisca o non aderisca ad una associazione sindacale ovvero cessi di farne parte; b) licenziare un lavoratore, discriminarlo nella assegnazione di qualifiche o mansioni, nei trasferimenti, nei provvedimenti disciplinari, o recargli altrimenti pregiudizio a causa della sua affiliazione o attività sindacale ovvero della sua partecipazione ad uno sciopero. Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano altresì ai patti o atti diretti a fini di discriminazione politica, religiosa, razziale, di lingua o di sesso, di handicap, di età o basata sull'orientamento sessuale o sulle convinzioni personali (1). (1) Comma prima sostituito dall'art. 13, L. 9 dicembre 1977, n. 903 e poi così modificato dall'art. 4, co. 1, D.Lgs. 9 luglio 2003, n. 216.
Art. 14. Statuto dei Lavoratori Diritto di associazione e di attività sindacale.
Il diritto di costituire associazioni sindacali, di aderirvi e di svolgere attività sindacale, è garantito a tutti i lavoratori all'interno dei luoghi di lavoro.
Decreto Biagi 2003
1) un nuovo regime autorizzatorio e di accreditamento degli operatori pubblici e privati nonché la ridefinizione della borsa continua del lavoro; 2) l'introduzione della tipologie contrattuali della somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, l'appalto di servizi, contratto a orario modulato, contratto a tempo parziale, lavoro ripartito e intermittente; 3) un nuovo ruolo per il contratto di apprendistato, che diventerà il principale canale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro in stretta coerenza con la riforma del sistema educativo con l'introduzione di un monte minimo di ore dedicate alla formazione “formale”, che si potrà essere svolta all'esterno come all'interno della azienda; 4) l'introduzione del contratto di inserimento, che sostituisce il contratto di formazione e lavoro, si rivolge soprattutto alle donne delle aree svantaggiate e ai lavoratori più “anziani”; 5) la riforma delle collaborazioni coordinate e continuative, che dovranno essere riconducibili a uno o piu' progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso determinati dal committente e gestiti autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato, nel rispetto del coordinamento con la organizzazione del committente e indipendentemente dal tempo impiegato per l'esecuzione della attivita' lavorativa (c.d. "lavoro a progetto).
Articolo 18 Costituzione
I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale [cfr. artt. 19, 20, 39, 49]. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Articolo 49 Costituzione
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale [cfr. artt. 18, 98 c. 3, XII c. 1].
Jobs Act 2015
Le riforme dal testo del Jobs Act coinvolgono temi come lavoro, welfare, pensioni e ammortizzatori sociali. Con il Jobs Act, infatti, sono previste novità nei contratti (che saranno rivisti, riordinati e in alcuni casi prevederanno il demansionamento per i dipendenti), cambiamenti nelle modalità di gestione di alcune tipologie di licenziamenti, riforma degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e trattamento di disoccupazione), e semplificazione dell'applicazione dei contratti di solidarietà.
Legge Fornero
La novità della riforma pensioni del 2012 che più di tutti ha prodotto effetti importanti sui lavoratori italiani è stato certamente l’innalzamento dell’età pensionabile. La modifica introdotta dalla legge Fornero si è abbattuta infatti sui requisiti di anzianità anagrafica che determinano l’uscita dal mondo del lavoro per le quali si deve comunque aver maturato almeno 20 anni di versamenti previdenziali.
D.Lgs. 81/2008
D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Sicurezza | Consolidato Agosto 2020
Protocollo Ciampi 1993
Ecco in sintesi cosa stabilisce per la parte economica del contratto nazionale: 1) la durata del contratto, solo per la parte economica, è di due anni. 2) i rinnovi contrattuali dovranno tenere conto dell'inflazione programmata fissata dal governo nel Dpef. Il compito affidato al contratto nazionale è quello della salvaguardia del potere d'acquisto delle retribuzioni. "La dinamica degli effetti economici del contratto - si legge in particolare nell'accordo - sarà coerente con i tassi di inflazione programmata assunti come obiettivo comune. Per la definizione di detta dinamica sarà tenuto conto delle politiche concordate nella sessione di politica dei redditi e dell'occupazione, dell'obiettivo mirato alla salvaguardia del potere d'acquisto delle retribuzioni, delle tendenze generali dell'economia e del mercato del lavoro, del raffronto competitivo e degli andamenti specifici del settore". 3) in sede di rinnovo biennale ulteriori punti di riferimento del negoziato - secondo l'accordo - saranno la comparazione "tra l'inflazione programmata e quella effettiva intervenuta nel precedente biennio, da valutare anche alla luce delle eventuali variazioni delle ragioni di scambio del paese, nonchè dall'andamento delle retribuzioni".
Articolo 2119 Codice Civile
Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto [1373] prima della scadenza del termine, se il contratto è a tempo determinato [2097], o senza preavviso, se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto(1) [2103, 2244]. Se il contratto è a tempo indeterminato, al prestatore di lavoro che recede per giusta causa compete l'indennità indicata nel secondo comma dell'articolo precedente. Non costituisce giusta causa di risoluzione del contratto la liquidazione coatta amministrativa dell'impresa. Gli effetti della liquidazione giudiziale sui rapporti di lavoro sono regolati dal codice della crisi e dell'insolvenza(2).
Articolo 2118 Codice Civile
Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, dando il preavviso nel termine e nei modi stabiliti dalle norme corporative, dagli usi o secondo equità. In mancanza di preavviso, il recedente è tenuto verso l'altra parte a un'indennità equivalente all'importo della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso. La stessa indennità è dovuta dal datore di lavoro nel caso di cessazione del rapporto per morte del prestatore di lavoro.
Articolo 36 Costituzione
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
Articolo 40 Costituzione
Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano [503 ss. c.p.].
Articolo 2110 Codice Civile
In caso di infortunio, di malattia, di gravidanza o di puerperio, se la legge [o le norme corporative](1) non stabiliscono forme equivalenti di previdenza o di assistenza, è dovuta al prestatore di lavoro la retribuzione o un'indennità nella misura e per il tempo determinati dalle leggi speciali [dalle norme corporative](1), dagli usi o secondo equità [38 Cost.]. Nei casi indicati nel comma precedente, l'imprenditore ha diritto di recedere dal contratto a norma dell'articolo 2118, decorso il periodo stabilito dalla legge [dalle norme corporative](1), dagli usi o secondo equità(2). Il periodo di assenza dal lavoro per una delle cause anzidette deve essere computato nell'anzianità di servizio [2120, 2752, n. 4].
Articolo 38 Costituzione
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria [2110 c.c.]. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato (1). L'assistenza privata è libera (2).
Articolo 37 Costituzione
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
Articolo 35 Costituzione
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.
Articolo 3 Costituzione
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 1 Costituzione
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 39
L'organizzazione sindacale è libera [cfr. art. 18]. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. E` condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.0
Articolo 4 Costituzione
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Legge 300/1970
Statuto dei Lavoratori LEGGE 20 maggio 1970, n. 300 Norme sulla tutela della liberta' e dignita' dei lavoratori, della liberta' sindacale e dell'attivita' sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.
Primo Contratto Collettivo Operai Metallurgici
Il 3 Dicembre 1906, la FIOM (Federazione Italiana Operai Metallurgici) firmava il primo contratto collettivo con la fabbrica di automobili ITALA di Torino, che diede inizio alle moderne relazioni industriali. In un contesto ancora lontano dagli accordi nazionali, il contratto segna alcune interessanti vittorie, in cambio delle quali il sindacato garantiva all’azienda un triennio di quiete sociale ponendo un freno agli scioperi. Tra i punti più significativi dell’accordo, la stabilizzazione dei salari minimi, le dieci lavorative giornaliere su sei giorni settimanali e il riconoscimento delle Commissioni Interne. Inoltre, l’azienda si impegnava ad assumere solo i lavoratori iscritti al sindacato, garantendo così a quest’ultimo una sorta di monopolio del collocamento.
Legge Carcano 1902
La legge unificava in una disciplina igienico-sanitaria, e assai lacunosa, la tutela delle donne e dei fanciulli.[2] Questa fissava a 12 anni il limite di età per l'ammissione al lavoro dei fanciulli. Lo Stato con una Commissione avrebbe decretato quali lavori particolarmente pericolosi e insalubri sarebbero stati vietati ai minori di 15 anni. Per quanto riguarda le donne la legge fissava un massimo di 12 ore di lavoro giornaliere, con una pausa di due ore, e vietava per le donne minorenni il lavoro notturno. Fu introdotto per la prima volta il congedo di maternità, che consisteva alle donne in un riposo obbligatorio di quattro settimane dopo il parto,[3], ma non prevedeva alcuna sospensione precedente al parto[2]. Alle puerpere veniva anche permesso l'allattamento, o in una "camera d'allatamento" dello stabilimento (obbligatoria per gli stabilimenti con almeno 50 operaie[2]), o con l'uscita dal posto di lavoro nei modi e tempi definiti da un regolamento interno.[4]
Legge 80/1898
Il 17 marzo 1898 viene promulgata la Legge n. 80 [1] sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro. Si tratta della prima legge organica che affronta il tema della sicurezza sul lavoro in Italia.
Legge Le Chapelier 1971
La legge Le Chapelier (in francese: Loi Le Chapelier) fu promulgata dall' Assemblea costituente il 14 giugno 1791 durante la fase iniziale, ancora monarchica, della rivoluzione francese. Essa abolì le organizzazione di mestiere, innanzitutto le corporazioni, ma anche le prime forme di sindacato, così come il compagnonnage (gestito da associazioni come i Compagnons du Tour de France) e il diritto di sciopero, di fatto proclamando il principio della libertà d'impresa. La legge fu scritta e promossa da Isaac René Guy le Chapelier, avvocato al parlamento di Bretagna, poi deputato patriota agli Stati generali del 1789.